Sabato 14 gennaio, al seminario maggiore di Padova, si sono svolti i laboratori educatori organizzati dall’Azione Cattolica. Il momento ha visto coinvolti circa 200 animatori di tutta la diocesi e 25 relatori. Seppur senza grandi numeri, anche la nostra parrocchia ha partecipato, in particolare con 3 nostri animatori: Elisa, Sveva e Alessio. Era inoltre presente anche il nostro seminarista Luca, in quanto attualmente educatore in UP di Piovene! Dopo una prima parte di preghiera nella chiesa vicina, ogni partecipante ha partecipato al laboratorio che preferiva, scegliendo tra circa 10 diverse tematiche. Ne è risultato un bel momento formativo: è sempre importante per i nostri educatori ritrovarsi, confrontarsi e formarsi. Non solo per fornire un servizio ai nostri ragazzi sempre più di qualità, ma anche per continuare a crescere alla luce del Vangelo! Ma ora lasciamo la parola ai partecipanti!
ELISA (Partecipante a “L’arte del Gioco”):
Nel mio laboratorio abbiamo fatto diversi giochi: un gioco conoscitivo, per imparare un po’ i nomi; il gioco del mimo, e tris con pedine umane. È stato sicuramente illuminante, perché oltre ho acquisito nuovi spunti per qualche gioco da fare con il mio gruppo, ma sopratutto la consapevolezza che i giochi non sono solo per bambini. Servono soprattutto per fare gruppo, e vanno benissimo anche tra animatori, tra amici… Il gioco è uno strumento potentissimo per creare un gruppo unito, per conoscersi meglio per crescere, e anche per comunicare. Quello del mimo ci insegna che si può comunicare anche tramite i gesti, non solo utilizzando le parole. Il gioco del tris con pedine umane, invece, ci insegna invece l’importanza del creare una strategia, veramente efficace solo se una squadra è veramente affiatata. Nonostante il momento di imbarazzo iniziale, tutto è corso via liscio e ho realizzato ancora una volta l’importanza del saper mettersi in gioco, soprattutto in veste di animatore.
SVEVA (Partecipante a “Educare alla complessità”):
Ai laboratori educatori AC ho partecipato al laboratorio “educare alla complessità”. Durante la prima parte abbiamo discusso sull’importanza del discernimento personale. Esso, infatti, è una fase essenziale per l’educatore, soprattutto se con i ragazzi si affronterà poi un argomento di carattere complesso. Abbiamo anche disegnato una “mappa” del nostro corpo, dove dovevamo posizionare i punti di forza, le debolezze ed altre caratteristiche. Dopo una breve pausa abbiamo proseguito analizzando invece la “situazione” in cui si trovano i ragazzi stessi, cioè l’adolescenza. Siamo giunti ad affermare che l’adolescenza può essere paragonata ad un trasloco, nel quale il ragazzo passa da una casa ormai troppo piccola, quella dell’infanzia, ad un’altra più spaziosa: la vita adulta. In questo importante passo l’educatore è colui che aiuta il ragazzo ad inscatolare i propri bagagli, facendo in modo che niente venga dimenticato.
Infine, traendo spunto da un libro, il relatore ha spiegato come l’adolescenza sia divisa in 4 grandi “mondi”, che si influenzano uno con l’altro: sessualità, identità, spiritualità e social media.
Il laboratorio non ha soddisfatto a pieno le mie aspettative. Pensavo di trovare delle risposte più concrete su come affrontare determinati temi insieme ai ragazzi. È stato comunque interessante capire alcuni meccanismi che stanno dietro alla vita dei ragazzi che frequentano i gruppi giovanissimi nelle varie parrocchie.
ALESSIO (Team relatori a “ACtivity”):
Lo stand dov’ero io è stato diviso in due parti. Nella prima parte abbiamo presentato il metodo utilizzato dalla commissione Boxissimi per preparare le attività proposte per i giovanissimi di tutta, e non solo, la diocesi. Nel secondo momento invece, dopo due attività lancio, i partecipanti si sono divisi in tre gruppi e hanno preparare, in prima persona, delle attività per un tema selezionato.
Allo stand hanno partecipato 10 educatori già esperti, tra i 22 e i 28 anni. Sicuramente un bel momento e molto partecipato, che ha prodotto una bella attività che sarà rifinita e caricata sulla piattaforma Boxissimi!
Luca (Partecipante a “Fare gruppo”)
E’ stato emozionante essere lì quel giorno, aver avuto la possibilità di vedere inizialmente sia alcuni educatori della mia parrocchia di origine che quella di servizio, e poi tanti altri, che, come noi, si impegnano ad essere esempio un esempio del Suo amore. Nel vedere gli sguardi dei ragazzi che hanno partecipato all’evento e riempito la chiesa e le stanze del seminario, di norma vuote, mi è sembrato di vedere il futuro della nostra diocesi. Mi ha fatto molto riflettere sull’importanza degli educatori nelle varie parrocchie…
Nel mio stand, dopo un simpatico gioco per conoscerci, siamo stati divisi a coppie e abbiamo ragionato sulle “qualità” o “atteggiamenti” che devono esser presenti in un gruppo per crearlo e mantenerlo vivo. Sono emerse tante parole, ma ci hanno tenuto sulle spine per una parola che andava completare tutto il quadro. Dopo questo momento abbiamo provato a cogliere le diversità di ognuno, che ci rendono unici e preziosi agli occhi di Dio. Per capirlo abbiamo scritto il nostro nome in alcuni fogli con forme diverse, e dopo di che abbiamo cercato di unirli, ottenendo un quadrato. Non è stato semplice, ma questo fa capire quanto noi valiamo nella composizione che Dio ha creato. L’ultimo gioco invece metteva in risalto le piccole cose, e ci ha fatto capire che noi contiamo all’interno di un gruppo.
Anche se la partecipazione, non solo del nostro vicariato, non era ampia, ho potuto assaporare un’ apertura verso la diocesi e ciò che ci circonda. Mi son reso conto che facciamo tutti parte della stessa barca, siamo tutti educatori, sia piccoli che grandi.