Io sono il pane vivo disceso dal cielo.
Le parole del vangelo per la solennità del Corpus Domini sono le ultime di un lungo discorso che Gesù affida alle folle, dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani. Da questo miracolo concreto, Gesù manifesta la sua identità: Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Chi è Gesù ? Un uomo mandato da Dio capace di prodigi straordinari ? No. Gesù manifesta come Dio vada incontro ai bisogni veri degli uomini. Gesù diventa cibo per l’uomo perchè viva dentro la sua vita concreta la bellezza di Dio.
Come può costui darci la sua carne da mangiare ? Le parole di Gesù hanno un valore che permane nel tempo e grazie alla sua morte e resurrezione, valgono anche per noi oggi. Con il pane e il vino della celebrazione domenicale, i cristiani davvero possono mangiare Gesù, possono ancora oggi entrare in contatto fisico con Gesù, con la forza vitale che cambia il mondo. Questa è l’Eucaristia domenicale: una azione concreta in cui Dio entra nell’umano, per ricordarci che la via per arrivare a Dio è quella dell’uomo, di ogni uomo, di ogni carne e di ogni sangue umano, specialmente quello più debole e povero.
La mia convinzione personale dopo aver letto questo Vangelo è che per essere un vero cristiano ho bisogno della Messa e della Comunione. Al di là dell’aspetto rituale, in quel gesto che vivo insieme ad altri fratelli, mantengo la mia fede ancorata alla vita, quella di Gesù e quella degli altri. La Comunione al suo Corpo e al suo Sangue, mi sostiene nella vita di comunione con il Corpo e Sangue di Gesù, che non trovo solo nel pane e nel calice sull’altare in chiesa, ma nella vita del prossimo sull’altare della vita. ( Emilia )