Metterci in gioco e non chiuderci nel nostro io.
Siamo oramai al termine di questo anno liturgico. Oggi la parabola narrata nel vangelo di Matteo ci invita ad attendere la venuta del Signore con attenzione e creatività. Un uomo importante affida i suoi averi ai suoi servi prima di intraprendere un viaggio. Non è detto cosa devono fare di questi grandi tesori loro affidati, sta di fatto che due servi prendono l’iniziativa e fanno fruttare quanto hanno ricevuto, mentre il terzo preferisce nasconderlo.
Al ritorno del padrone i due servi che hanno fatto fruttare i loro talenti prendono parte alla gioia del loro padrone, mentre il terzo servo, che ha nascosto sotto terra il suo talento, viene gettato fuori dove sarà pianto e stridore di denti. Mi soffermo su due parole: servo pigro.
Quante volte cerchiamo una vita comoda scegliendo di nascondere i nostri talenti e quanto faticoso ma anche gratificante fra fruttare le nostre capacità: mi vendono miliardi di esempi, legati al nostro essere in famiglia, nel lavoro, nel sociale, nel mondo della politica, dell’arte, della cultura. Che talento diciamo quando uno è bravo. I talenti sono proprio la caratteristica bella di ognuno di noi.
Voglio però soffermarmi sulla realtà della mia comunità parrocchiale. Qualche giorno fa mi è stato chiesto di fare una panoramica di tutti i gruppi volontari presenti in parrocchia: mi sono resa conto di quante persone mettono in campo abilità e competenze e dedicano tempo e risorse per la propria comunità. Si va dalla liturgia, al canto, al cammino di educazione alla fede, al servizio pratico e concreto di pulizia e cura dei nostri ambienti … quanti bei talenti donati agli altri, quanto tempo NON SPRECATO. Quanto è stato donato da Dio a tutte le persone viene ulteriormente donato alla comunità.
E’ questo ciò che Dio vuole da noi, non servi pigri e paurosi che nascondono le bellezze del nostro essere. Ecco allora che ci è chiesto impegno nella nostra vita, metterci in gioco e non chiuderci nel nostro io! E se i talenti vengono poi messi a disposizione degli altri faremo felice Colui che ce li ha donati. ( Lucia Z. )