Gesù cresce in una famiglia, come i nostri figli.
In quest’ultima domenica dell’anno il Vangelo è centrato sulla santa Famiglia e sulla prima volta che Gesù, ancora dodicenne, inizia a parlare di Dio ai maestri del tempio.
Maria e Giuseppe si accorgono tardi che Gesù è rimasto a Gerusalemme e lo ritrovano dopo tre giorni. Anche io come genitore mi sono sempre domandata perchè venisse raccontato questo episodio che umanamente evidenzia una grande disattenzione dei genitori e che nel nostro tempo non oso immaginare cosa avrebbe comportato. Maria e Giuseppe erano angosciati per questa perdita e penso che tutti noi possiamo ben capire. Facendomi guidare nella lettura di questo tratto del vangelo, ho potuto capirne il linguaggio simbolico e quindi la prospettiva naturalmente cambia. Il vangelo con questo racconto ci vuole aiutare a riflettere sull’angoscia che si prova quando ci allontaniamo dalla strada in cui ci guida Gesù, quando lo perdiamo di vista. Qui però abbiamo anche la forza di Maria e Giuseppe che, accortisi della mancanza, tornano a cercare Gesù, riprendono il loro cammino di fede, sono consapevoli che senza di lui la vita diviene vuota.
Gesù una volta ritrovato, evidenzia loro che si deve occupare delle cose del Padre suo, di Dio. Anche qui come genitori siamo chiamati a riflettere sul fatto che ogni nostro figlio, prima o poi, ci lascia perchè deve compiere la sua strada e questo non è sempre facile da accettare. In questo momento Maria e Giuseppe non lo capiscono e Gesù, ancora piccolo, rimane con loro fino a trent’anni. Crescerà in famiglia, così come fanno i nostri figli; di sicuro Maria e Giuseppe lo hanno cresciuto trasmettendo valori, saperi, la loro fede così come noi siamo chiamati a fare.
Un augurio a tutti di un felice anno nuovo all’interno delle nostre famiglie. ( Fabiola )