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La pagina del vangelo di Matteo di questa domenica ci invita alla preghiera perchè ci siano tanti operai nella vigna del Signore. Talvolta crediamo che questa chiamata sia confinata al mondo dei sacerdoti. Non credo sia proprio così, perchè la chiamata del Signore è per ognuno di noi. E’ l’incontro con Gesù che ci rende protagonisti, da Lui viene tutto l’Amore e la carità che possiamo seminare nella nostra vita. Amore ricevuto in dono che possiamo condividere con il nostro prossimo. La parola che risalta è COMPASSIONE: patire-con, quindi partecipi del dolore altrui. ” Gesù vedendo le folle ne sentì compassione ” non è un sentimento di pietà, è un sentirsi coinvolti nei problemi degli altri. Oggi c’è il rischio di vivere nell’individualismo, nell’indifferenza, chiudendoci sempre di più in noi stessi: un termine che i padri della chiesa indicavano come ACCIDIA. E’ uno dei sette vizi capitali, con cui si indica il torpore dell’anima, della mente, che ci porta a quell’egoismo che ci fa girare la testa da un altra parte, a non vedere.
Gesù chiama ognuno di noi discepoli ad essere operai della sua messe per asciugare le lacrime di chi è vicino a noi nella sofferenza, nella fragilità, nella necessità. Essere nel concreto della nostra vita portatori di speranza, capaci di attesa, senza la pretesa di avere tutto e subito.
Saper attendere è di chi è umile e si riconosce povero e proprio per questo si affida a Colui che può tutto. Allora preghiamo per la Chiesa perchè sia una comunità di servitori, dove ogni cristiano si sente chiamato a renderla più bella, più unita, più giusta. ( Pietro Dal Santo )