Chiamati a vivere da risorti nella quotidianità
In questa terza domenica del tempo pasquale, dopo l’incontro di Gesù con gli apostoli nel cenacolo e la professione di fede in Cristo Risorto da parte dell’incredulo Tommaso, risuona il tema dell’incontro di Gesù con i due discepoli di Emmaus che pur incrociandolo nel loro cammino, non lo riconoscono, anzi ne hanno quasi paura. E’ interessante come Gesù unendosi a loro ed accompagnandoli durante il loro cammino ascolti le loro perplessità su quanto accaduto a colui che si definiva il Maestro. Certamente in queste due persone è presente un sentimento di incertezza, quasi di stasi. Si ripropone il saluto tipicamente pasquale di Gesù ” Pace a voi ” e vengono descritte due azioni di Gesù molto concrete: il primo è l’invito verso i due discepoli a guardare, toccare con mano le sue ferite perchè riconoscano in lui il Cristo che ha patito, ed è morto e risorto. Il secondo è la richiesta di mangiare insieme, la condivisione concreta che ricorda anche l’ultima cena con i suoi apostoli. In fine Gesù ricorda quanto dicevano le sacre scritture e i profeti e l’avverarsi della venuta del Salvatore: quello che era stato anticipato di è avverato.
L’ultimo invito richiama alla testimonianza di quanto vissuto ed è rivolto anche a noi che dopo duemila anni siamo chiamati nella quotidianità a vivere la resurrezione come un fatto concreto e non solo legato a sentimentalismi del momento, anche se a volte le delusioni possono essere presenti come è successo per gli apostoli.
Ripenso ai ragazzi che domenica scorsa hanno ricevuto i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia, preghiamo per la loro crescita di fede: trovino sempre genitori e adulti che li sappiano accompagnare, aiutarli a comprendere che non saranno mai soli se nella loro vita sentiranno sempre vicino il Signore Gesù. ( Lucia Z. )