Chi vuol essere il primo sia il servo di tutti
Una cosa che sempre mi sorprende è la pazienza di Gesù. Marco, forse più di tutti gli evangelisti, sottolinea con forza la radicale incomprensione che regna tra il Maestro e i discepoli. Una incomprensione che si fa sempre più forte mano a mano che Gesù si avvicina alla croce. Il maestro prepara i suoi discepoli annunciando la sua morte e resurrezione, ma sembra che i dodici siano totalmente sordi alle sue parole. Gesù annuncia la sua morte, ma loro che non capiscono, si trastullano tra sogni di gloria chiedendosi chi sia il più importante. Non hanno capito nulla!
Ma Gesù il maestro si siede con loro e prende tra le sue mani i loro cuori di pietra e svela la ” logica illogica ” del Regno del Padre suo: scegliere l’ultimo posto, con la certezza che sia il primo. Ci penso spesso: l’ultimo posto è il suo, è quello che Gesù ha scelto. Non è l’ultimo posto di chi arriva tardi. Ma Gesù ha scelto l’ultimo posto perchè si è messo dalla parte dei poveri, gli ultimi. Lui si è messo in fondo alla fila, servo di tutti, amico degli ultimi. Il discepolo sceglie l’ultimo posto perchè sa che quello è il posto del suo Signore.
A questo punto Gesù mette in mezzo un bambino e dice ” Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome non accoglie me, ma accoglie colui che mi ha mandato “.
Nel suo nome chi accoglie un bimbo accoglie la semplicità, la tenerezza, la bontà, la spontaneità, accoglie Dio stesso, perchè Dio si manifesta in questo modo. Gli apostoli rimangono sorpresi, in quanto pensavano che il Messia portasse avanti quel discorso che fanno un po’ tutti gli uomini di potere: affermarsi in tutti i modo pur di dominare. L’esperienza ci insegna che questo accade un po’ in tutti gli ambienti: Cristo invece ci ha insegnato ad essere ultimi umanamente, per essere, davanti a Dio i primi. ( Emilia D’Adam )